Per la Cipolla Ramata rosa di Montoro c’è un colore verde, quello della speranza, decisamente importante, lungo la strada ancora da percorrere e che come obiettivo finale ha il riconoscimento IGP.
Intanto ad azionare il semaforo di un iter obiettivamente non facile, e non se ne comprende il perché alla luce dell’attenzione che oramai da anni il mercato sta riconoscendo alla Ramata di Montoro, è la Direzione generale per la tutela della proprietà industriale – Ufficio Brevetti e Marchi -del Ministero dello Sviluppo Economico che allunga il Marchio Collettivo Geografico per altri dieci anni alla cipolla nude in Irpinia. «Ne siamo fieri ed orgogliosi: grazie a questo marchio, con cui alcuni imprenditori hanno potuto far conoscere il loro prodotto, senza considerare che il marchio ha contribuito a veicolare la conoscenza del nostro territorio in Italia e pure in Europa che in un discorso di globalizzazione che è ovvio include il comparto agroalimentare è sicuramente una leva importante che ci catapulta come imprenditori del settore e attori che operano In un territorio interessante, finalmente riscoperto come merita dopo il break di peso dalla pandemia e che sta finalmente dando forti confortanti segnali di ripresa». Lo afferma Nicola Barbato di GB Agricola, che in questo rilancio ha creduto da sempre. «Ricordo l’emozione di quando nel 2010, spinti dalla volontà e dalla caparbietà di tre o quattro imprenditori locali, convinti di volere e poter valorizzare questo prodotto, costituimmo il Comitato promotore per la Ramata. Un po’ di strada ne abbiamo fatta. Prossima tappa, l’IGP, un’ambizione sacrosanta.
Fonte: Il Mattino