Il 2021 sarà un anno molto importante che porterà cambiamenti radicali nel sistema delle Indicazioni Geografiche, a partire dalle molte novità normative messe in agenda dalla Commissione europea all’interno delle strategie del pacchetto Green Deal. In questo numero di Consortium abbiamo riportato numerose esperienze di imprese e Consorzi che già stanno delineando il percorso di transizione dell’agroalimentare italiano. Lo abbiamo fatto raccontando il tour di incontri “DOP IGP incontrano il futuro” con i giovani protagonisti delle filiere IG italiane, descrivendo l’impegno dei due Consorzi del Montasio DOP e dei vini dell’Etna DOP che nell’anno della pandemia hanno saputo dare risposte che guardavano al futuro, descrivendo le azioni a supporto del sistema DOP IGP come le attività di ricerca del CREA e di anticontraffazione del Poligrafico dello Stato. Ma se il tema della transizione e della sostenibilità condizionerà profondamente il settore agricolo, la portata delle riforme specifiche per i prodotti DOP IGP non si esaurirà solo su questo versante, ma inciderà anche sul modello organizzativo, la promozione e la tutela.
A inizio anno è stata avviata la Revisione complessiva del Sistema IG, con la consultazione pubblica voluta dalla Commissione europea per raccogliere i pareri di cittadini e organizzazioni sulle priorità da affrontare e che dovrebbe sfociare nella proposta di un nuovo Regolamento sulle DOP IGP nel quarto trimestre 2021. Sul tavolo una serie di tematiche: dalla sensibilizzazione dei consumatori in merito ai prodotti di qualità e ai loghi DOP IGP, alla lotta contro furti e contraffazioni via internet, fino alla definizione di criteri di produzione sostenibile. La discussione centrale sul dossier riguarda i nuovi poteri dei Gruppi di operatori, un passaggio chiave per riconoscere ai Consorzi di tutela un ruolo forte di coordinamento delle filiere produttive e gestione delle denominazioni.
Atro appuntamento importante sarà quello della nuova PAC 2023-2027: inizialmente prevista entro la fine di maggio 2021, è ancora oggetto di trilogo fra i tre organi decisori dell’UE. All’interno della PAC ci sono due importanti capitoli che riguardano le DOP IGP: la revisione della disciplina dei vini contenuta all’interno dell’Organizzazione Comune dei Mercati e l’attuazione dei Piani Strategici Nazionali che dovranno essere allineati con i nuovi obbiettivi eco-sostenibili previsti dalla PAC.
Un ulteriore passaggio chiave per le IG è la revisione del programma di promozione dei prodotti agricoli e alimentari previsto dalla strategia Farm to Fork, su cui la Commissione ha avviato una nuova consultazione pubblica, aperta a tutti i cittadini dell’Unione fino al 23 giugno 2021. Se è vero che le attività finanziate dall’UE per la promozione contribuiscono ad aumentare le vendite e i consumi nei mercati di destinazione – come dimostrato dallo studio pubblicato a gennaio 2021 – è anche vero che ci sono molte cose da rivedere per migliorare questa politica, con le organizzazioni di settore che, in particolare, chiedono a gran voce una semplificazione delle procedure soprattutto per rendere accessibili i finanziamenti anche alle piccole denominazioni. Sempre nell’ambito della strategia Farm to Fork vi è la proposta di revisione delle norme UE sulle informazioni fornite ai consumatori, prevista per il quarto trimestre 2022: un tema scottante nel dibattito europeo, che riguarda l’etichettatura dei prodotti con i rischi legati all’adozione di modelli come il “Nutriscore”, e in merito al quale il comparto delle IG italiane deve continuare ad affermare posizioni decise, coinvolgendo gli altri Paesi allineati nel richiedere un sistema di informazione più veritiero.
In questo ampio quadro di riforme europee, si discute anche sulla proposta di un regolamento per la protezione delle IG per i prodotti non agricoli e una serie di iniziative relative alle Bevande Spiritose in corso di adozione nel secondo trimestre 2021. Queste mirano a stabilire nuove norme per la richiesta di protezione di una IG e alla modifica dei disciplinari di produzione, oltre ad aggiornamenti in materia di etichettatura, in caso di allusioni con riferimenti alle denominazioni di superalcolici da parte di altre bevande.
Insomma, il mondo delle Indicazioni Geografiche cambierà radicalmente e anche molto velocemente vista la portata delle nuove regole in discussione. Questo è fuori di dubbio anche perché gran parte di questo dibattito nasce da un’esigenza reale che i consumatori, soprattutto i giovani, mostrano in fatto di scelte alimentari. Se guardiamo quindi in prospettiva, fattori come “Tipicità, Tutela, Promozione e Territorio”, che rappresentano i capisaldi del sistema, saranno nel tempo messi in secondo piano. Le Indicazioni Geografiche, a mio avviso, saranno utili come modello di riferimento per la gestione di filiere sostenibili. Se sapranno fare questo, continueranno a rappresentare per tanti anni a venire la strategia vincente, esattamente come è accaduto fino ad ora. L’Italia è avvertita: se vuole salvare il suo patrimonio, deve rilanciare una propria politica di qualità che abbia ambizioni alte, competitive e al passo con i tempi. In caso contrario, il primato italiano in questo settore, non sarà più così certo.
A cura di Mauro Rosati, direttore editoriale Consortium
Fonte: Consortium 2021_02