Il racconto di alcuni punti salienti dell’esperienza DOP in questo ultimo anno: dalla crescita di alcune grandi IG, al cambiamento nei comportamenti di consumo, all’affermarsi di fattori chiave come la sostenibilità, la distintività e l’importanza di continuare a investire sull’internazionalizzazione.
“Un sistema solido e forte, capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano”: il Rapporto Ismea-Qualivita 2020 definisce in questo modo la Dop economy, il settore agroalimentare dei prodotti italiani a Indicazione Geografica. Di seguito il punto di vista di alcuni Consorzi di tutela sull’esperienza DOP del presente e le prospettive per il futuro.
I grandi consorzi
Nonostante lo stop forzato inflitto dalla pandemia al canale horeca, nel quale si è registrato un netto calo delle vendite, i Consorzi rilevano che non è calata l`attenzione da parte dei maggiori interlocutori, ribadendo così un punto di forza dei prodotti tutelati. “Questo gap – dice Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano – è stato ampiamente compensato dagli acquisti dei singoli consumatori che, costretti in casa, nonostante le difficoltà economiche di molti, hanno scelto di privilegiare il made in Italy di qualità. Il 2020 è stato un anno record per il Parmigiano Reggiano DOP, cresciuto complessivamente del +4,9% rispetto al 2019, con 3,94 milioni di forme prodotte (il livello più elevato nella storia) e un giro d’affari al consumo pari a 2,35 miliardi di euro”. Questi risultati non erano di certo ipotizzabili un anno fa, in pieno lockdown. Nel 2020 Grana Padano DOP ha chiuso l`anno con un incremento del +3,43%. “Tale performance – precisa Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano – è dovuta innanzitutto alla crescita dei consumi prevalentemente domestici, sia in Italia che all`estero, nei Paesi dove esiste una consolidata cultura casearia, come Germania, Francia, Svizzera. Lì le famiglie hanno preferito acquistare prodotti ben conosciuti, ma soprattutto `rassicuranti`, come appunto è percepito il Grana Padano DOP. Comportamenti che hanno così permesso di compensare il crollo nella ristorazione e in generale nell`Horeca, che in alcuni mercati si è sempre rivelato di gran lunga il principale canale distributivo“.
Il tempo a casa
Non c`è dubbio che il maggior tempo trascorso a casa ha fatto crescere nel consumatore la voglia di vivere al meglio i momenti da condividere con la propria famiglia e ha orientato le scelte di consumo verso prodotti di qualità, tutelati e garantiti, fa rilevare Corradino Marconi, presidente del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna. Anche per le mele DOP l`andamento nei mercati tradizionali e nella GDO è da considerarsi positivo. “La pandemia – spiega Andrea Fedrizzi, responsabile marketing e comunicazione del Consorzio Melinda – ha fatto riscoprire l`importanza del mangiare bene, scegliendo prodotti di qualità, certificati e salubri come i nostri frutti DOP. La mela si è rivelata tra l`altro il frutto ideale da tenere in casa vista la sua capacità di conservarsi a lungo. La sua buccia, inoltre, è un ”contenitore naturale’ che la preserva dal contatto con l`ambiente esterno, altra tematica molto sentita in questo periodo“.
Orientati al turismo
È andata un po` meno bene a prodotti come lo Speck Alto Adige IGP, le cui vendite sono legate fortemente alla gastronomia e al turismo locale. “Senza considerare – afferma Martin Knoll, membro della direzione Consorzio Tutela Speck Alto Adige – che gran parte dei produttori, che operano esclusivamente sul territorio, hanno visto un crollo drammatico delle vendite negli ultimi mesi. Nella grande distribuzione italiana abbiamo subìto una diminuzione notevole nel banco taglio rispetto al 2019, mentre, al contrarlo, le vendite di confezioni di pre affettato e di tranci preconfezionati sono aumentate“.
Il punto sulla distintività
“Con le nostre attività di comunicazione – specifica Bertinelli per Parmigiano Reggiano – puntiamo a mettere in evidenza le peculiarità del prodotto, sottolineando soprattutto la naturalità delle materie prime e della lavorazione, le proprietà benefiche che lo rendono un alimento fondamentale nella dieta di tutti, il legame unico con il territorio che fa la differenza, la biodiversità e la particolarità di resistere anche a lunghe stagionature, ben oltre i 48 mesi, potendo così manifestare aromi e profumi inesplorati, sensazioni aromatiche differenti e risultando particolarmente versatile in cucina“. Lo scopo è sensibilizzare il consumatore e far passare il messaggio che il Parmigiano Reggiano non è solo un pezzo di formaggio, ma un`icona del Made in Italy.
Progetti internazionali
“Se dobbiamo identificare un tratto comunicativo comune ai vari progetti impostati nei paesi europei ed extraeuropei -racconta Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – possiamo dire di aver scelto un approccio volto a valorizzare l`origine in abbinata ai tratti tipici dello stile e del gusto italiani“. Sull`identità della specialità si fonda, infatti, la recente campagna televisiva, messa in onda agli inizi di aprile, che comunica l`anima unica e naturale dell`Asiago DOP. Lo spot, con il claim “Il sapore della nostra anima”, è girato sull`Altopiano di Asiago, nel quale si celebra quella combinazione di fattori naturali e umani non replicabili che rendono unico il prodotto.
La sostenibilità
Un altro tema è la sostenibilità. Quella produttiva – per il Consorzio Tutela Grana Padano – promossa insieme alla qualità del prodotto, legata a una delle domande fondamentali del consumatore. “Alla quale rispondiamo -dice Stefano Berni– sui media tradizionali e online con contenuti che illustrano il lavoro dei ricercatori impegnati in progetti con collaborazioni europee per rendere sempre più green la filiera del Grana Padano DOP“. Un valore importante anche per il Consorzio Melinda, che è tornata in tv con uno spot incentrato sul tema dell`autentica sostenibilità, spostando per la prima volta l`attenzione dal prodotto ai valori che contraddistinguono il Consorzio. “Con questa pubblicità -illustra Andrea Fedrizzi – Melinda racconta da dove nasce la qualità che ormai tutti i consumatori le riconoscono e quali e quante sono le azioni sostenibili che l`azienda compie ogni giorno per rendere le sue mele così buone, sensibilizzando anche chi la sceglie ad adottare, nel proprio piccolo, comportamenti green che fanno bene all`ambiente“. Dall`energia rinnovabile al risparmio idrico, dalla sinergia con l`apicoltura fino al piano per il biologico, dal packaging green fino alle celle ipogee, il percorso del Consorzio titolare del brand più noto nel settore ortofrutticolo punta dritto verso una politica ambientale a 360 gradi, legata a doppio filo con le esigenze degli stakeholder, per “fare sistema” in maniera vincente, valicando i confini settoriali. Per la stagione il Consorzio ha messo, comunque, in atto una strategia comunicativa articolata: accanto al messaggio più istituzionale ha continuato a comunicare il prodotto concentrandoci su Evelina, la prima Varietà Club del Consorzio, distintiva per le sue qualità organolettiche ben valorizzate dallo spot mandato in onda. “Con questa campagna – prosegue – abbiamo moltiplicato gli sforzi investendo, per un arco temporale consistente, tanto nella promozione del prodotto quanto in quella dei valori e della mission aziendale. L`obiettivo era intercettare i responsabili d`acquisto più volte nell`arco delle sette settimane di programmazione e aumentarne la fidelizzazione, ma anche aprire il dialogo con le nuove generazioni, i nostri consumatori del futuro“.
Fonte: Mark Up