Per DOP IGP l’Italia è leader in Europa. Un patrimonio dinamico, economico e culturale da tutelare dai rischi di usurpazione. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), svolge una funzione preziosissima.
L`Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari DOP e IGP, ben 870 rispetto all’Unione Europea che ne ha registrati 1.500 circa. Sono 578 i prodotti italiani riconosciuti con la DOP di cui 170 prodotti agroalimentari e 408 vini e 257 prodotti italiani come IGP, di cui 139 prodotti agroalimentari e 118 vini.
Ma la lista è dinamica. Originariamente nate con una funzione prevalentemente didattica, ossia indicare all’agricoltore le regole qualitative di produzione da seguire, con il tempo l’obiettivo delle normative sulle denominazioni di origine si è esteso sempre più a funzioni di marketing, quali la salvaguardia del concetto di tipicità, la tutela dello stretto rapporto tra territorio e il suo sopra-suolo e soprattutto fornire ai consumatori informazioni chiare e corrette sulle caratteristiche che rendono esclusiva e non riproducibile ogni singola denominazione di origine.
Questa esclusività è un patrimonio economico e culturale da tutelare specie da rischi di usurpazione Proprio per queste ragioni è fondamentale il ruolo delle istituzioni predisposte al controllo delle regole della denominazione e da comportamenti illeciti. Il sistema dei controlli è basato su di un doppio binario; la certificazione di obbedienza ai disciplinari svolta dagli organismi terzi di certificazione delle DOP e IGP e il sistema cogente svolto dall’autorità incaricata dei controlli ufficiali sul sistema agro-alimentare, in Italia rappresentato dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF).
Si deve quindi all’ispettorato la preziosa funzione di autorità e tutela contro l’irregolare commercializzazione dei prodotti che sfruttano `l’italian sounding’. Oltre al plauso per quanto svolge, dobbiamo incrementare questa attività con ogni misura necessaria per far cessare in Europa e nel mondo l’uso illecito delle nostre Denominazioni di Origine Protette.
Fonte: QN – Economia e Lavoro