Impatto negativo sui consumi per le nuove norme sulle etichette allo studio della UE. Possibile il taglio dei fondi promozionali per carni rosse, alcol e insaccati
Quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se sulle etichette trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette. È quanto emerge da un sondaggio Coldiretti divulgato in occasione dell`incontro che l`associazione ha organizzato ieri a Bruxelles sul nuovo piano UE per la salute che, però, divide l`Europa a tavola. A raccolta sono stati chiamati diversi europarlamentari del Ppe, di S&D e di Renew Europe, così come i rappresentanti delle associazioni Farm Europe, Eat Europe e Filiera Italia.
L`obiettivo è quello di fare pressing sulle istituzioni europee per scongiurare l`ipotesi che la Ue, nell`ambito del Piano per la salute e per la lotta al cancro, proceda con due interventi difficili da digerire per il made in Italy agroalimentare: uno è il taglio alle attività promozionali di carni, salumi e alcolici, l`altro è l`imposizione di etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, sulla scia di quanto già avviene sui pacchetti di sigarette.
Quante probabilità ci sono che tutto questo si concretizzi davvero? Al momento, c`è solo il testo di una comunicazione che la Commissione europea ha approvato lo scorso febbraio, in cui si fa appunto riferimento ai programmi di promozione e alle etichette contenenti allarmi salutistici.
Una comunicazione, in quanto tale, non ha alcun valore legislativo vincolante. Ma è anche vero, ricordano dalla Coldiretti, che le comunicazioni della Commissione hanno proprio la funzione di orientare le proposte legislative di domani.
E sul tavolo, di normative, ce ne sono appunto due in arrivo. La prima è la proposta di revisione della politica di finanziamento europeo delle campagne promozionali, in programma per il primo trimestre 2022.
È nell`ambito di questa riforma sulle etichette che la carne rossa, la carne trasformata (cioè gli insaccati) e le bevande alcoliche rischiano divenire definitivamente esclusi dall`accesso ai fondi promozionali.
E non si tratta di poca cosa: ogni anno la Ue elargisce agli stati membri 200 milioni di euro come contributi ai programmi di promozione, finanziamenti vitali per i nostri consorzi e le nostre organizzazioni di produttori agroalimentari.
Fonte: Il Sole 24 Ore