Sono specialmente gli aspetti legati alle innovazioni tecnologiche e alla continua ricerca della sostenibilità che hanno portato big come Mps e Banca Intesa a divenire partner di aziende del settore.
Ha resistito meglio degli altri settori alla pandemia; sta evolvendo in direzione hitech e green; potrà contare, nei prossimi anni, su miliardi di euro stanziati nel Recovery Plane nella nuova Pac (politica agricola comune). Questi tre indizi hanno già fatto scattare una tendenza: l’agroalimentare italiano è tornato sotto la lente della finanza. L’interesse di banche e fondi d’investimento negli ultimi vent’anni si era un po’ affievolito, fagocitato da altri settori industriali e commerciali turistici. Ma nelle ultime settimane, complice il buon andamento dell’agribusiness e i nuovi trend di sviluppo improntati alla sostenibilità, il vento è cambiato. Prima Banca Mps ha annunciato l’avvio del progetto “Agroalimentare”, che prevede l’apertura di 12 centri specialistici nei principali distretti rurali italiani; poi Banca Intesa, dopo l’intesa con Ubi, ha creato la direzione Agribusiness, con sede a Pavia, qualificandola come centro di eccellenza dedicato all’agricoltura; infine il Fondo italiano d’investimento ha ‘andato un nuovo strumento (fondo Agritech& Food) dedicato al settore agroalimentare, che parte con una dotazione di 150 milioni e punta ad arrivare a 70o milioni.
Banche e fondi si propongono come partner delle agri-imprese, sottolineando le grandi potenzialità di un settore capace di attivare una filiera lunga e articolata. Mps punta ad accompagnare la transizione che dovrà affrontare l’agroalimentare, sia per il cambio dei mercati e dei consumi nel contesto pandemico mondiale, sia per i nuovi obiettivi di sostenibilità e innovazione imposti dall’Unione europea (ad esempio col programma Green Deal) e dalla competizione internazionale. Per far questo la banca senese è partita dai distretti a vora7ione agroalimentare, aprendo centri specialistici a Valdobbiadene, Asti, Suzzara, Modena, Firenze, Grosseto, Chieti, Sabaudia, Caserta, Battipaglia, Cerignola e Pachino. Si tratta di uffici all’interno delle filiali bancarie, che orientano e assistono.
«La portata innovativa dei nostri centri – spiega Guido Bastianini, amministratore delegato di Banca Mps – sta nel superamento del concetto stesso di fare banca: d poniamo come il partner delle imprese del settore agroalimentare, il consulente specializzato in grado di ascoltare e rispondere con un’offerta mirata per accompagnare nella transizione sostenibile del comparto». Mps arriva da una lunga tradizione nell’agroalimentare, avendo creato, ormai vent’anni fa, Mps Banca Verde, poi assorbita dentro Mps Banca per l’Impresa.
Fonte: Il Sole 24 Ore