Il Dg Raifer: è giunta l’ora di dar vita a un Consorzio unico di tutte le Denominazioni Veronesi, dal Soave al Valpolicella, dal Custoza al Bardolino. Non ci sono conflittualità, perché uno è bianco e l`altro è rosso e i target sono diversi. Sarebbe una scelta che permetterebbe alla viticoltura Veronese e alla provincia di Verona di contare i più, in regione e a livello nazionale.
“Credo che sarebbe giusto dar vita oggi a un grande Consorzio unico delle DOP Veronesi“. A lanciare la proposta, forte e quanto mai attuale nella crisi economico-sociale provocata dalla pandemia da Covid 19, è Wolfgang Raifer, direttore generale di Cantina di Soave, la più grande realtà cooperativa del mondo del vino in Italia, con un fatturato 2020 di 121 milioni. Raifer solleva, così, un tema che è da dicembre sui tavoli dei due principali Consorzi vinicoli di tutela del Veronese: Soave e Valpolicella.
Entrambi, non a caso, da mesi senza un direttore ufficiale, dopo che le due storiche figure, Aldo Lorenzoni per il Soave ed Olga Bussinello per il Valpolicella, tra ottobre e novembre, hanno lasciato gli incarichi. “Tutti stiamo soffrendo per questa pandemia, anche se dobbiamo dirlo, una vera chiusura a livello mondiale non c`è mai stata e quindi chi nel settore vino ha la possibilità di lavorare su più canali, dalla grande distribuzione all’e-commerce, dalla ristorazione all’esportazione, in qualche modo si è salvato. In questo Cantina di Soave nel 2020 è riuscita a mantenere i suoi livelli di produzione. Chiaramente, la piccola azienda che magari è legata solo al settore locale Horeca, cioè hotel e ristorazione, è andata in grosse difficoltà – attacca Raifer che è alla guida di una realtà che ha in cantina tutte le DOP veronesi -. Davanti alla situazione mondiale che ci attende a causa di questa crisi epocale, credo sia doveroso pensare ad un’unione che ci renda più forti”.
Una proposta che riguarda quella che è oggi la capitale del vino italiano, la provincia di Verona, capace di contare per il 30% nella produzione regionale, dopo Treviso al 39%, ma che vale 154 euro per quintali/ettaro contro i 141 di Treviso. Con í numeri che nel 2019 hanno visto calare del 12% a 11,3 milioni di ettolitri la produzione regionale, dove i vini Doc valgono 7,8 milioni di ettolitri (dati Istat). Un settore che ha fatto oltre 1,5 miliardi di euro di esportazioni nei primi 9 mesi del 2020, più di Piemonte e Toscana messi assieme, confermando il Veneto prima regione d’Italia nell’export di vino.
Fonte: Il Gazzettino