La qualità nel sistema alimentare: un progetto transdisciplinare dedicato alle filiere
Il contesto della ricerca nel settore agroalimentare è profondamente mutato negli ultimi 50 anni. Se l’approccio scientifico per le produzioni agrarie è da tempo consolidato, quello per la produzione del cibo è più recente. Risale infatti agli anni ’70 una prima analisi del sistema, ma è negli anni successivi che si è definita l’importanza della qualità delle materie prime e della loro trasformazione.
Già dagli anni ’90, un aspetto importante nella ricerca agroalimentare è la qualità totale, considerata come “l`insieme delle proprietà e caratteristiche di un prodotto o servizio che gli conferiscono l`attitudine a soddisfare bisogni espressi o impliciti“. Successivamente, a fronte dell’attenzione verso gli aspetti ambientali e di contesto, l’approccio alla qualità totale ha integrato gli aspetti propri del processo produttivo primario, con la sostenibilità ambientale, economica, sociale e, per ultimo, anche del paesaggio associato al prodotto.
Questo ampliamento della qualità, che ha rivoluzionato i paradigmi del comparto agroalimentare, è dipendente all’introduzione del concetto di filiera, con la coniazione dell’espressione “From Farm to Fork“, in cui viene riconosciuta l’importanza della produzione primaria. Come è noto, nel maggio 2020 la Commissione europea ha presentato la Strategia “Farm to Fork” con l`obiettivo di migliorare l’accesso a cibi sani e sostenibili, affrontare i cambiamenti climatici e salvaguardare la biodiversità e un giusto compenso alla filiera.
Con riferimento al 2030, tale Strategia ha definito obiettivi che riguardano la riduzione dell`uso di pesticidi, di fertilizzanti, nonché delle emissioni di gas serra. Tuttavia, gli indicatori si devono considerare conseguiti se gli obiettivi della politica agricola comunitaria sono rispettati; in altri termini, se i livelli di approvvigionamento sono mantenuti o accresciuti.
Occorre quindi impostare un’`agricoltura che risponda al modello “Intensificazione sostenibile“; un modello che sia in grado di coniugare la produttività, alla qualità e alla sostenibilità. Per il sistema agroalimentare si apre così una sfida di riprogettare le produzioni agrarie e il loro processo di trasformazione. Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino ha raccolto questa sfida con un progetto che coinvolge tutti i settori del Dipartimento: “La qualità globale nel sistema agroalimentare”; Tale progetto ha ottenuto il massimo della valutazione per quanto riguarda la qualità della ricerca, la progettualità scientifica organizzativa e didattica e la rispondenza alle finalità di Agricoltura e Industria 4.0.
Il progetto si declina seguendo 2 principali direttrici: da una parte il potenziamento delle strutture per la ricerca e la didattica e dall`altra il rafforzamento della connessione con il sistema agroalimentare per fornire gli strumenti tecnici e scientifici per la messa a punto delle filiere avanzate. “Il recupero della competitività, la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari – spiega il prof Amedeo Reyneri, professore di agronomia del DISAFA e responsabile del progetto – richiedono infatti un costante adeguamento alle nuove esigenze del mercato. L`impostazione di disciplinari che rispondano in modo concreto alla domanda di un`agricoltura più sostenibile, in un ambiente influenzato dal cambiamento climatico, la gestione e la certificazione della qualità, l`adozione di processi green di trasformazione sono alcuni degli aspetti che richiedono un approccio transdisciplinare per raggiungere la qualità globale. Non è solo un approccio di metodo, ma è il concreto risultato che consente al Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari di crescere ogni anno e essere ormai un punto di riferimento per i sistemi agroalimentari più avanzati“.
Fonte: Il Sole 24 ore