Vini e cibi italiani DOP e IGP rappresentano un patrimonio ineguagliabile del nostro Paese, sia a livello economico sia in termini culturali. Talmente importante da meritare la Treccani. L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ha inserito il neologismo “Dop economy”, infatti, nel vocabolario della lingua italiana, icona della cultura nazionale.
Introdotta nel 2018 dalla Fondazione Qualivita, la voce Dop economy rappresenta da sempre l’intero sistema agroalimentare e vitivinicolo a indicazione geografica. Non significa, tuttavia, solo 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno) bensì tutto il patrimonio storico, artistico, culturale dei distretti agroalimentari del Bel Paese.
Allo sviluppo della Dop economy – come lo fu in un recente passato per la New economy – concorrono diversi attori. Rappresenta, infatti, la sintesi del lavoro coordinato di operatori specializzati, Consorzi di tutela, istituzioni e comunità locali. Oltre a incidere sul 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare italiano, funge, inoltre, da vero e proprio volano per lo sviluppo del turismo, della ristorazione e dell’artigianato.
Ciò che ha portato ad introdurre il termine della Dop economy è stata anche l’esigenza, sempre più forte, di diffondere e consolidare la conoscenza, la cultura e il linguaggio delle eccellenze enogastronomiche DOP e IGP. Ecco dunque la necessità di imporre definizioni e termini sempre più peculiari in grado di delineare e distinguere il mondo dei prodotti di qualità certificati. Con l’obiettivo di offrire un’interpretazione dei fenomeni accessibile ai consumatori rendendo efficace la comunicazione e valorizzando al meglio il settore.
Anche il sistema delle DOP IGP è stato investito dagli effetti della pandemia. La crescita del comparto ha subito una battuta di arresto in molte delle sue filiere. Il settore possiede, tuttavia, tutte le energie per ripartire, cosi come gli elementi per governare i cambiamenti richiesti dal mercato e dalla politica, rispondendo anche alle accresciute aspettative del consumatore che vanno dalla sicurezza alla sostenibilità.
L’inserimento del neologismo nel vocabolario Treccani, dunque, non rappresenta un punto di arrivo, bensì il punto di partenza per nuove sfide. “A me piace leggere la Dop economy come un incoraggiamento a fare ancora di più – dice Alberto Mattiacci, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese alla Sapienza –, certificando che quella delle DOP è una strada giusta, sana, di valore”
La Dop economy è in grado di promuovere, dunque, lo sviluppo dell’intero territorio italiano e, anche in questa fase drammatica, può contribuire a sostenere, all’interno e all’estero, il nostro sistema agroalimentare conservando e promuovendo la biodiversità. Benvenuta Dop economy.
Fonte: La Repubblica