Il nuovo presidente americano Joe Biden ha firmato lunedì un decreto che impone nuovi obblighi all’amministrazione federale di acquistare prodotti americani.
È con evidente circospezione che la Commissione europea ha commentato ieri il giro di vite promosso in campo commerciale dalla Casa Bianca. L’iniziativa conferma che su questo fronte la nuova amministrazione continuerà ad avere un atteggiamento protezionista.
«Stiamo analizzando il provvedimento e non possiamo ancora commentare in dettaglio – ha detto a Bruxelles durante un punto-stampa il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis -. In generale posso solo ricordare che lavoriamo perché il mercato degli appalti in giro per il mondo sia il più libero possibile».
L’ex premier lettone ha poi ricordato che Bruxelles sta lavorando su uno strumento internazionale che regolamenti gli stessi appalti. Il vicepresidente della Commissione ha sottolineato come Bruxelles sia favorevole alla reciprocità; in altre parole è pronto a restringere l’accesso agli appalti europei per le imprese di Paesi terzi nei quali le aste pubbliche sono chiuse alle aziende europee.
«Non abbiamo alcuna intenzione di prendere di mira Paesi specifici», ha voluto precisare l’uomo politico. La presa di posizione di Joe Biden non sorprende a Bruxelles, tenuto conto delle sue promesse in campagna elettorale. Il governo federale spende ogni anno circa 60o miliardi di dollari per la sicurezza nazionale. «Vogliamo essere sicuri che questo denaro vada alle imprese americane», ha avvertito lunedì a Washington il presidente Biden. Negli ultimi quattro anni, l’amministrazione Trump si è dimostrata particolarmente protezionista, alzando tra le altre cose le tariffe sull’acciaio e l’alluminio europei, nel tentativo di difendere l’industria e la manodopera americana.
Dombrovskis è tornato a chiedere agli Stati Uniti un nuovo rapporto commerciale: «Il primo passo dovrebbe essere quello di disinnescare le tensioni commerciali e concentrarsi sugli aspetti positivi. Sospendere tutti i dazi punitivi attualmente in vigore, almeno per qualche tempo (…) creerà spazio per soluzioni negoziate». Da Ottawa, anche il ministro degli Esteri canadese Marc Garneau ha criticato il decreto del nuovo presidente americano. Gli esponenti più lucidi dell`establishment comunitario non si fanno illusioni sul cambio della guardia a Washington. Il nuovo presidente è certo più attento alle regole del multilateralismo, ma non mancherà di mostrare posture protezioniste in un contesto sociale americano molto fragile. Sempre ieri, intanto, la Commissione europea ha pubblicato un rapporto sul ruolo dell’agricoltura nell’export comunitario. L’agroalimentare ha registrato un saldo positivo di circa 3o miliardi di euro nel 2019.
Fonte: Il Sole 24 Ore