Continua il lavoro dell’associazione fondata a maggio per il riconoscimento del Torrone di Caltanissetta come Indicazione Geografica. Il presidente Pasqualino: «Il nostro prodotto è unico nel suo genere per la composizione in gran parte composta di frutta secca»
A maggio del 2020 è stata ufficializzata la nascita dell’associazione Torrone di Caltanissetta con il presidente Ermanno Pasqualino che è riuscito finalmente a mettere insieme tutti gli otto torronai attivi in città: Tentazioni e Sapori con il titolare Scancarello, Geraci, Nitro Gianfranco, Nitro Angelo, Nitro Giuseppe Nitro Sandro, Russo Salvatore e Miraglia.
Nonostante la battuta d’arresto per la seconda ondata della pandemia, l’associazione è comunque andata avanti nel suo obiettivo: «promuovere e valorizzare il torrone di Caltanissetta e il mestiere del torronaio, che non è comune ed ha radici molto antiche. Infatti la presenza del torrone a Caltanissetta ha quasi trecento anni commenta il presidente Ermanno Pasqualino – Poi elaborare il disciplinare di produzione per richiedere un marchio di tutela, che possibilmente sia l’IGP. Da questi presupposti il mio sogno da cittadino nisseno è quello di far diventare il torrone il brand identificativo della città».
Su questo il presidente Ermanno Pasqualino è molto fiducioso, perché a prescindere dalla paternità contesa tra varie città come quella di Cremona e storie tutte più o meno verosimili, ciò che rende unico il Torrone di Caltanissetta sono le sue materie prime, la quantità e la qualità dettata dalle condizioni irripetibili del nostro territorio, da quelle climatiche alle condizioni geologiche e chimiche del suolo.
«La differenza tra il torrone di Caltanissetta e gli altri torroni è la materia prima. Il valore di un torrone è dato dalla quantità di frutta secca. Il torrone di Caltanissetta ha tra il 70 e 80 % della composizione di frutta secca, con poco zucchero, quasi niente albume, e soprattutto con materie prime di qualità e del territorio. Questo è il grande valore del nostro prodotto. Il pistacchio nasce in Sicilia dalle piantagioni di Sabucina. Per intenderci, il famoso pistacchio di Bronte viene dagli innesti dei pistacchieti delle vecchie fastuchere di Sabucina, nel basso salso».
Fonte: La Sicilia