“Gentilissimi produttori, con l’approvazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 362 del 28 ottobre 2020, si è concluso il percorso comunitario per il riconoscimento della tipologia rosé, pertanto, da ora, sarà possibile esportare e commercializzare il Prosecco DOC rosé anche nei mercati esteri. Con tale opportunità, ci si aspetta di dare uno sviluppo virtuoso alla denominazione con un prodotto di elevata qualità, esprimendo al meglio i fattori ambientali e quelli umani che caratterizzano il nostro territorio”.
Con queste chiare parole prende corpo la comunicazione da parte del Consorzio di tutela della DOC Prosecco ai propri produttori, un esercito di 11.460 viticoltori, 1.192 aziende vinificatrici, 347 case spumantistiche che concorrono alla costituzione del complesso sistema responsabile del successo senza eguali di una denominazione tutta made in Italy, che del genio italiano è diventata emblema e indiscussa bandiera nel mondo.
La DOP Prosecco da oggi potrà esportare l’ultimo nato di famiglia, il Prosecco Doc Rosé, tanto atteso dai principali mercati del mondo al punto che la stragrande maggioranza delle bottiglie prodotte era già stata prenotata prima ancora di uscire dalle autoclavi dove il disciplinare di produzione le impone un affinamento di almeno 60 giorni prima di essere messa a disposizione del consumatore.
Si tratta di circa 20 milioni di bottiglie di nettare color rosa tenue, in parte già distribuite entro i confini nazionali tra settore Horeca (ristorazione) e GDO (grande distribuzione organizzata) che ora potranno raggiungere anche i principali mercati esteri, dai quali il Consorzio si attende le maggiori soddisfazioni.
“Infatti -conferma il presidente Stefano Zanette– dei 486 milioni di bottiglie prodotte, circa il l’80% di esse prende la via dell’export e, grazie al riconoscimento europeo, si stima che le vendite troveranno maggiore stimolo e vigore in questo ultimo trimestre del 2020. Mi congratulo con quei produttori che si sono dimostrati prontissimi ad afferrare questa opportunità, impegnandosi fin da subito per non farci cogliere impreparati”.
“Un ringraziamento -chiosa il Direttore Luca Giavi– lo dobbiamo come Consorzio in rappresentanza dell’intero sistema produttivo, alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, al Ministero delle Politiche Agricole alimentari e Forestali, alla Direzione Generale per l’Agricoltura della Commissione Europea, e a quegli europarlamentari, primo fra tutti l’On. Paolo De Castro, che si sono impegnati nel far capire l’opportunità di una tempestiva pubblicazione del provvedimento, in questo particolare momento che l’Italia, l’Europa e il mondo intero stanno vivendo.”
Dopo questo importante quanto atteso traguardo, il Consorzio sta già guardando al futuro, in settimana infatti, verranno avviati i primi test tesi a definire le tipologie da riservare ai produttori del territorio triestino e in particolare alla menzione Prosekar. Un’opportunità che guarda a un territorio dalle indubbie potenzialità, da condividere con un numero sempre maggiore di produttori locali.
Per maggiori dettagli, Link alla Gazzetta Ufficiale Europea:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:JOC_2020_362_R_0006&from=IT
Fonte: Consorzio di tutela della Denominazione di Origine Controllata Prosecco