Sui sistemi di informazione nutrizionale degli alimenti a livello comunitario la strada è ancora lunga e in salita. Per uniformare le norme di etichettatura finora adottate in alcuni Stati membri, le istituzioni UE e il Parlamento in prima fila sono pronte a un serrato confronto nell’interesse di tutti i cittadini-consumatori. Ma intanto, il 19 agosto scorso, l’agenzia di stampa Dpa (Deutsche Presse Agentur) ha battuto la notizia che “Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’uso facoltativo in Germania del Nutri-score”, ossia la cosiddetta “etichettatura a semaforo”, già adottata da una decina di Paesi tra cui Francia, Austria, Belgio, Spagna e, prima ancora tra quelli extra-Ue, Gran Bretagna e Svizzera.
“L’obiettivo – ha spiegato Gitta Connemann, vicecapogruppo della Cdu-Csu, l’Unione di maggioranza tedesca – resta quello di trovare un’etichettatura comune valida in tutta l’Unione Europea, riducendone e semplificando la giungla di informazioni in etichetta”. Sugli alimenti, ha aggiunto però la deputata tedesca, “le informazioni non sono sempre comprensibili per tutti al primo sguardo e il Nutri-score può essere un aiuto, perché i diversi sistemi nazionali, come quello a batteria o il Keyhole (meccanismo ‘a serratura’ scelto dai Paesi scandinavi, ndr) confondono”. Per questo, ha concluso Connemann, “noi sosteniamo la ministra federale Kloeckner che ha messo l’etichettatura a livello europeo all’ordine del giorno del semestre di presidenza tedesca dell’Ue”.
Il Governo italiano, su sollecitazione delle imprese aderenti a Federalimentare, da tempo si è espresso contro il Nutri-score, scegliendo in alternativa il sistema a batteria sostenuto anche da Grecia, Cipro e altri Stati dell’Est europeo. E la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, proprio a Berlino ha spiegato che se “il Nutri-score è più semplice, noi puntiamo ad avere consumatori informati, e non sempre questo si coniuga con la semplicità”.
Sul problema è intervenuto a più riprese anche Paolo De Castro, già al vertice del dicastero agricolo, dal 2009 al Parlamento europeo e attualmente membro effettivo delle commissioni Agricoltura, Bilanci e Commercio internazionale. “L’etichettatura a semaforo – ribadisce De Castro – resta un metodo profondamente sbagliato per valutare correttamente il valore nutrizionale di cibi e bevande”. E questo perché il Nutri-score, caldeggiato da alcune multinazionali e catene della grande distribuzione alimentare, con la sua semplicistica associazione dei prodotti ai colori verde, giallo e rosso in base ai contenuti di sale, zuccheri e grassi – ma senza indicare i valori nutrizionali apportati dalle singole dosi degli alimenti – finisce per condizionare e quindi ingannare il consumatore al momento dell’acquisto, predisponendolo a una scorretta alimentazione e riflessi negativi per la salute. “Come si fa – osserva De Castro – ad attribuire il bollino verde a patatine fritte, bastoncini di pesce e bevande gassate, quello rosso a olio extravergine di oliva, parmigiano reggiano e altri prodotti del made in Italy che sono alla base della dieta mediterranea?”. A fine luglio la Commissione europea ha dato il via libera al sistema di etichettatura a batteria scelto dall’Italia, giudicandolo a norma di diritto europeo, che così ora potrà essere applicato su base volontaria sul territorio nazionale.
A fine luglio la Commissione europea ha dato il via libera al sistema di etichettatura a batteria scelto dall’Italia, giudicandolo a norma di diritto europeo, che così ora potrà essere applicato su base volontaria sul territorio nazionale. Intanto, lo stesso esecutivo UE ha fatto sapere che sottoporrà a Parlamento e Consiglio una sua proposta per regolamentare in modo uniforme l’etichettatura alimentare nell’Unione entro il 2022. Una promessa e un obiettivo su cui i 27 dovranno trovare la quadratura del cerchio per garantire anche a lungo termine la salute dei cittadini.
Fonte: ItaliaPiù