A fine giugno 2020 i Consigli di Amministrazione del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, del Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C., hanno espresso parere favorevole per la nascita di un unico grande soggetto: il Consorzio Tutela Lambrusco. Consortium ha intervistato Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che oggi tutelano il vino Lambrusco, per approfondire il percorso che porterà alla nascita del Consorzio, tra Modena e Reggio Emilia, in grado di rappresentare e valorizzare le tante denominazioni di origine di uno dei più popolari e famosi vini italiani nel mondo.
Direttore Savorini, la nascita di un unico grande Consorzio del Lambrusco sta finalmente diventando realtà, perché questa scelta?
Il Lambrusco è indubbiamente, nei numeri, uno dei vini immagine dell’Italia. È un grande universo rappresentato da differenti vitigni, territori e colori. Questa diversità, che ci contraddistingue e rappresenta, dobbiamo trasformarla anche in una grande ricchezza per tutti i produttori che contribuiscono a renderla viva ogni giorno. Penso che questo primo passo verso un unico soggetto consortile a tutela del Lambrusco a Denominazione di Origine Controllata ci consenta di poter raggiungere, finalmente, l’obiettivo di poterci rivolgere, agli occhi del consumatore finale, in modo coeso e uniforme, valorizzando ancora meglio le singole ricchezze delle diverse denominazioni.
Qual è stato storicamente il ruolo ricoperto dalla viticoltura nel territorio compreso tra Modena e Reggio Emilia?
I Consorzi di tutela del Lambrusco di Modena e Reggio Emilia nascono tra il 1961 e il 1972 grazie all’intento di numerosi vitivinicoltori di fare squadra, unendo le forze con l’obiettivo di tutelare e valorizzare i vini del proprio territorio. Oltre 16.000 ettari di superficie vitata, la presenza dell’azienda vinicola più antica della regione Emilia-Romagna e della cantina sociale più antica d’Italia tuttora in attività. Sono solo alcuni dei tanti aspetti che evidenziano il ruolo fondamentale che tra Modena e Reggio Emilia riveste la vitivinicoltura. Non è un caso, quindi, che ben cinque cantine sociali abbiano festeggiato il centenario della loro fondazione all’interno di un territorio dove la parola Lambrusco è sinonimo di vino, anzi, di vino a Denominazione di Origine Controllata.
Quali sono le diverse realtà Consortili del territorio che hanno scelto di unirsi?
I due Consorzi di tutela del Lambrusco di Modena e Reggiano e Colli di Scansano e Canossa rappresentano sei Denominazioni di Origine tutelate: il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP coltivato nella zona pedecollinare a sud della Via Emilia, il Lambrusco di Sorbara DOP che trova la sua zona di origine nella medio-pianura tra i fiumi Secchia e Panaro, e il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOP prodotto nelle terre argillose della bassa pianura modenese. Queste tre Denominazioni celebrano quest’anno il 50° anniversario del riconoscimento della DOC, ottenuto il 1° maggio 1970 e rappresentano, quindi, alcune delle più storiche denominazioni d’Italia. A queste bisogna aggiungere la più recente Modena DOP o di Modena DOP che raggruppa l’intero areale della provincia modenese, il Reggiano DOP nel vicino territorio della provincia di Reggio- Emilia e, infine, il Colli di Scandiano e di Canossa DOP che ha origine nella zona pedecollinare. Per superare le sfide che si presentano tutti i giorni, il “Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena”, il “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa” e il “Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C.” stanno ultimando uno storico e importante progetto di fusione, unendosi in un unico ente capace di ottimizzare forze e risorse.
Dal 2021 quindi ci sarà un unico Consorzio di tutela Lambrusco?
Sì, il nuovo Consorzio Tutela Lambrusco rappresenterà circa 1,3 milioni di quintali d’uva, per la stragrande maggioranza di Lambrusco, anche se includerà altri vitigni, diventando così il secondo Consorzio vinicolo più grande in Italia. I primi due Consorzi collaborano ormai da qualche anno in attività di promozione a livello nazionale e internazionale, con la presenza, ad esempio, di un unico stand a manifestazioni di importanza internazionale come Vinitaly e Prowein, o ancora a eventi informativi e formativi in USA e Canada, e compartecipano a bandi comunitari europei o regionali. L’obiettivo è unico e condiviso: consolidare sempre più il brand Lambrusco. Ora si tratta di fare un ulteriore passo in avanti per condividere in tre le strategie di comunicazione e i progetti di promozione internazionale che ci consentiranno di valorizzare le nostre denominazioni sia in Italia che nel mondo. È un’operazione che guarda al futuro, per parlare l’unica lingua del Lambrusco.
Ma l’acronimo DOP vicino a Lambrusco quale obiettivo cerca di raggiungere e cosa intende comunicare?
Semplice: alcuni vini hanno più cose da raccontare rispetto ad altri. Cosa ancora più semplice: da dove provengono, come vengono lavorati, quali sono caratteristiche e peculiarità che li differenziano. Si tratta di un atto di lealtà e di trasparenza nei confronti del consumatore da parte di tutti i produttori.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2020_03