L’Assemblea 2020 di OriGin Italia (l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) – che si è svolta in collegamento video in ottemperanza alle norme di contenimento della pandemia COVID-19 che non permettono gli spostamenti interregionali – ha visto una grande partecipazione dei Consorzi di tutela aderenti, circa 100, con numerosi interventi delle istituzioni e anche una significativa attenzione da parte della politica, con la partecipazione ai lavori dell’assemblea della ministra Teresa Bellanova, dell’europarlamentare Paolo De Castro, del presidente ComAgri Camera Gallinella, del Direttore generale Ismea Borriello, del Comandante Carabinieri per la tutela agroalimentare Cortellessa, e del Capo Dipartimento ICQRF Vaccari. Fra i saluti quelli di Mazzetti, presidente Fondazione Qualivita e di Ricci Curbastro, presidente di Federdoc.
Bellanova: “Indicazioni Geografiche perno fondamentale per lo sviluppo. Presto un tavolo al Mipaaf per mettere a valore la DOP economy”
“Forte attenzione personale, e dei nostri uffici, al sistema delle Indicazioni Geografiche che considero un perno fondamentale delle politiche di sviluppo agroalimentare del Paese – ha detto la ministra Bellanova –. Con il Dl Rilancio aggiungiamo 1 miliardo e 150 milioni di euro oltre a quanto stanziato con il Cura Italia, con l’obiettivo di riconoscere il ruolo fondamentale e strategico della filiera alimentare nel nostro Paese, perché nessuna delle aziende che producono qualità sia indebolita da questa crisi. Necessario rafforzare il sistema geografico e il legame inscindibile cibo-territorio, non arretrando nella battaglia al falso cibo e alle imitazioni delle nostre Indicazioni Geografiche”. Già nel Cura Italia, ha ricordato la ministra, erano contemplate alcune iniziative di difesa delle Indicazioni Geografiche (27 milioni di euro per l’acquisto di prodotti DOP): “con il Decreto Rilancio queste risorse vengono potenziate: 250 milioni di euro al fondo emergenza alimentare, con risorse destinate anche ad acquistare prodotti DOP. L’attenzione alle Indicazioni Geografiche sarà garantita anche dal fondo emergenziale a favore delle filiere in crisi forte di una dotazione di 500 milioni di euro”. Poi Bellanova ha ricordato il Pegno rotativo per i prodotti DOP e IGP : “lo schema di decreto è pronto ma abbiamo bisogno dei Consorzi per renderlo operativo, può dare una mano alle imprese sulla liquidità”. Infine la proposta di “un tavolo al Mipaaf per mettere a valore il sistema delle Indicazioni Geografiche e meglio indicare la strategia per l’internazionalizzazione anche con un confronto costante con il Ministero degli affari esteri e con l’ICE”.
I Consorzi di tutela italiani vogliono governare e non subire la ripartenza dopo il Coronavirus
I Consorzi di tutela italiani vogliono essere ancora più al centro della gestione del settore agroalimentare – forti di 825 prodotti DOP e IGP per un valore di 16,2 miliardi di euro -, vogliono incidere sui mercati internazionali, nei canali Horeca e nella grande distribuzione organizzata dopo la contrazione dei consumi a livello globale e le difficoltà dell’export causa emergenza da COVID-19. “Dobbiamo farci promotori dal punto di vista organizzativo – ha detto il presidente di OriGin Italia Cesare Baldrighi – per lo sviluppo delle Indicazioni Geografiche e dei prodotti che i nostri consorzi rappresentano”. Fra i vari spunti raccolti dal presidente Origin Italia: “Il progetto Farm to Fork detta le linee guida dello sviluppo dell’agroalimentare del futuro e abbiamo la necessità di seguirlo con grande attenzione per ciò che ci riguarda anche per il tema della sostenibilità. Importante lavorare sul turismo enogastronomico, che per molti prodotti rappresenta una risorsa irrinunciabile e con il COVID-19 deve essere una strada da percorrere con maggiore attenzione. Positiva l’indicazione da parte della ministra Bellanova – ha aggiunto Baldrighi – di un tavolo che si occupi anche delle Indicazioni Geografiche, così come il ‘pegno rotativo’ che ha il pregio di affiancare altre misure di sostegno ai produttori in difficoltà. I consorzi dovranno, insomma, avere maggiori strumenti di regolamentazione del mercato, concentrandosi sulle misure utili per gestire il mercato in modo migliore”.
Consorzi: serve un nuovo protagonismo sui mercati Sul ruolo dei Consorzi si è soffermato l’europarlamentare Commissione Agricoltura, Paolo De Castro: “I Consorzi devono diventare i gestori dei mercati, ovvero controllare l’immissione dei prodotti e non esserne protagonisti commerciali. Accanto alla tutela – ha precisato De Castro – deve esserci una gestione del mercato per evitare cadute dei prezzi che poi si ripercuotono sui produttori. In un mondo forte, c’è bisogno Consorzi forti”. “Il sistema dei Consorzi è importante, sia per la cooperazione che crea sia per la promozione, l’impegno è di metterli al tavolo del dibattiti” ha sottolineato Filippo Gallinella, presidente Commissione agricoltura della Camera.
“Dobbiamo intraprendere strade nuove – ha detto l’on. Susanna Cenni – ed in questo la capacità dei Consorzi di stare insieme è fondamentale; attenzione all’export e alle aree interne dove l’agricoltura è fondamentale; bisogna utilizzare al meglio le risorse non legate alle logiche di indennizzo”.
“Potenzialmente – ha aggiunto l’on. Maurizio Martina – abbiamo una portata di risorse senza precedenti, la sfida sarà quella di spendere tutto e spendere bene – e questo non è scontato – lavorando ad interventi strategici e non ad interventi tampone”.
Il sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano ha ricordato il ruolo fondamentale delle Indicazioni Geografiche che rappresentano la qualità italiana nel mondo, ricordando le risorse “400 milioni di euro” per la promozione del ‘Sistema Italia’ all’estero, e le iniziative di promozione e di tutela delle DOP e IGP come la ‘Settimana della cucina italiana nel mondo’, che contribuisce “ad una consapevolezza maggiore su una corretta alimentazione e un freno all’Italian sounding”.
“La nostra attività ha un ruolo importante – ha sottolineato il presidente di Qualivita Cesare Mazzetti –, ed oggi, in questo momento particolarmente complesso, lo è ancora di più, visto che stanno cambiando le abitudini dei consumatori, dove sembra che si prediliga la quantità invece della qualità, e questo non va di certo a favore delle Indicazioni Geografiche. Per cui diventa importante studiare questi cambiamenti di atteggiamento e dei consumi alimentari, nonché promuovere in modo coerente strategie che possano rivelarsi utili per il sistema delle Indicazioni Geografiche”. Mazzetti ha poi ricordato le numerose ed importanti iniziative di Qualivita come il complesso editoriale, fra queste il Rapporto Ismea-Qualivita per studiare lo stato del sistema delle IG; ed il prestigioso Atlante edito insieme a Treccani, che ha ottenuto nei mesi scorsi anche il plauso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui è stato presentato.
Il presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro ha voluto specificare come “dovremmo essere i protagonisti delle scelte politiche che andremo a fare ed anche nelle scelte politiche ci vuole molta disponibilità ad ascoltare. Cambiare gli schemi: di fronte ad una crisi inedita c’è bisogno di scelte inedite, spesso ci siamo attaccati a risposte che già conoscevamo. Ad esempio nel mondo del vino c’è stata la distillazione che però è una misura che distrugge e non che crea prospettive. Adesso nel Decreto Rilancio siamo riusciti a far passare qualcosa di nuovo che è la diminuzione delle rese: che non è soltanto una misura di carattere contingente, meno prodotto sul mercato vuol dire salvaguardare i prezzi e salvaguardare la redditività del comparto. Nel nostro caso vuol dire anche fare qualità, perché in vigna ridurre le rese è uno strumento di qualità e sembrerebbe che finalmente sia accompagnata dall’approvazione di un processo di sostenibilità del settore vitivinicolo che sia a livello nazionale e permetta di andare a livelli superiori. Noi oggi parliamo di sostenibilità nel nostro Paese ma non abbiamo strumenti di gestione”. Inoltre sulle fiere online di cui si è parlato nelle ultime settimane Ricci Curbastro è stato chiaro: “Dobbiamo andare oltre, perché i nostri prodotti non si possono degustare a distanza” ha concluso.
Stefano Vaccari, Capo Dipartimento ICQRF ha sottolineato come “il COVID-19 è stato un banco di prova importante per tutti anche per la certificazione. Una prova che abbiamo superato meglio rispetto ai nostri colleghi d’Oltralpe, le certificazioni ad Indicazione Geografica in Italia si sono fermate, mentre in altri Paesi si”.
A fargli eco è stato Raffaele Borriello, Direttore generale Ismea: “Ismea – ha detto – ha tentato di fare tanto in questo periodo, intanto mettendo a disposizione un report di mercato e su come stanno andando le imprese in questo periodo particolare. Poi abbiamo colto l’occasione per rendere operativi tutti gli strumenti finanziari, al credito, garanzie e cambiale agraria che abbiamo messo a disposizione in questo periodo. Il tema delle esportazioni – ha aggiunto Borriello – è quello più delicato e quello che in questa fase non si riesce a misurare esattamente; può rappresentare un minaccia per il settore agroalimentare anche perché in tutto il mondo, passata l’emergenza, non si dimenticherà l’appello a produrre e a mangiare nazionale e ciò potrà alimentare quelle politiche protezionistiche che si stavano rafforzando negli ultimi mesi”.
“L’Italia può cogliere questo momento per riconoscersi in valori comuni – Luigi Cortellessa, Comandante Carabinieri per la tutela agroalimentare -.Noi Carabinieri ci siamo e controlliamo dove ci sarà bisogno”.
Fonte: Consortium 2020_02