Direttore Giacomo Savorini, quale effetto ha avuto nelle vostre imprese la crisi del COVID-19?
“Fin dalla chiusura abbiamo avuto il blocco del mercato per le piccole aziende che ovviamente riforniscono il mondo Horeca. Da quel momento si è fermato tutto nonostante le consegne a domicilio che però rappresentano solo il 2% del reddito standard di questo periodo. Discorso diverso per le realtà più strutturate perché l’export si è bloccato man mano che avveniva il lockdown nei Paesi del mondo. Invece chi era in GDO ha visto reggere le vendite di Lambrusco per i primi due mesi. In realtà oggi stiamo vivendo una crisi che ci preoccupa”.
Quale sarà l’attività che il Consorzio pensa di mettere in atto per supportare le imprese nel mercato?
“La parte promozionale passa dai nuovi mezzi tecnologici, ma si stanno riscoprendo tante possibilità di contatto. È chiaro che tutti gli eventi, tutte le fiere più importanti al mondo sono saltate con grandi punti interrogativi anche per il prossimo anno. Il Consorzio del Lambrusco di Modena DOP sta vicino alle aziende provando a creare opportunità, conoscenza, divulgazione. È un momento per far conoscere attraverso i socialnetwork il singolo produttore, aspetto a mio avviso fondamentale. In ambito di tutela i Consorzi stanno continuando a lavorare sul piano dei controlli così come la partecipazione alla progettazione di nuovi bandi futuri. Noi presenteremo delle attività di un progetto unitario fino al 2023 che ci porterà negli Stati Uniti, in Canada e in giro per l’Europa. Stiamo lavorando tanto nonostante la burocrazia”.
Ha parlato di burocrazia. Quanto incide in questa crisi?
“Tantissimo e questo è il momento giusto per fare delle proposte al fine di sburocratizzare il settore. Stiamo parlando con gli amministratori regionali e prepareremo un documento attraverso Federdoc per fare delle proposte che possano aiutare a superare una situazione che è diventata molto difficoltosa”.
Quale sarà l’azione che il Consorzio pensa di mettere in campo per informare il consumatore?
“Ho la percezione che quando si uscirà da questa situazione, la conoscenza del consumatore sul made in Italy e sui prodotti della propria zona sarà più forte di prima. Noi su questo investiremo moltissimo e attiveremo appena possibile, quando anche la ristorazione sarà ripartita a pieno regime, un tour in Italia per promuovere e far sentire più vicino il nostro prodotto. Adesso stiamo lavorando però su un problema serio che riguarda i produttori legati all’Horeca ovvero la sospensione dei pagamenti. Una delle richieste che noi faremo in modo fortissimo sarà quella di dare liquidità agli imprenditori”.
Quali opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“Penso che per i prossimi anni ci sarà una modifica del mercato nel suo complesso. A mio avviso dovremmo aggredire in modo assolutamente importante e più intelligente alcuni mercati che hanno ancora spazio. Non quelli che portano un’indecisione commerciale”.
In che senso?
“Negli ultimi vent’anni si è sempre parlato di Cina, ma se lei parla con qualsiasi piccolo produttore di Lambrusco di Modena DOP i problemi di “Italian sounding’, di frodi, di pagamento non riscossi sono all’ordine del giorno. Dobbiamo prenderne atto e andare in quei Paesi che possono dare delle garanzie, investire in modo serio, metterci la faccia. Inoltre serve dare opportunità ai nostri produttori perchè non tutti hanno la capacità di fare export. Noi dobbiamo intervenire sulla formazione”.
Quali attività possono organizzare le imprese e il consorzio per rilanciare anche il turismo nel territorio?
“Gli incoming. È molto più facile organizzarlo piuttosto che uscire. Abbiamo il vantaggio del nostro territorio che non sappiamo ancora sfruttare. Dal mio punto di vista siamo in grado ormai col prodotto che abbiamo di riuscire a invitare personaggi importanti, ma al tempo stesso abbiamo bisogno di produttori al medesimo livello. Per il turismo è uguale”.
Fonte: Consortium 2020_02