Nel 2020 anche il food risentirà dell’impatto dell’emergenza e il post Coronavirus vedrà un calo nella crescita del -5% circa, un dato contenuto in relazione alle previsioni del PIL (-9,5%), mentre il 2021 sarà l’anno della ripresa, con un tasso del +7,7% per il comparto. Lo dice l’analisi dell’Osservatorio nazionale dell’Università di Pollenzo, realizzato per il sesto anno dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con Ceresio Investors, che evidenzia come per il settore la marginalità commerciale sarà influenzata relativamente, il ROS scenderà dal 6,2% al 5,9% nel 2020, per risalire al 6% nel 2021. Anche il tasso di indebitamento salirà dal 2,2% del 2019 al 2,7% nel 2020, per poi riabbassarsi a 2,4 nel 2021.
Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food post Coronavirus cresceranno mediamente del +11% nel biennio 2020-2021. Meglio degli altri comparti, faranno nell’export distillati, farine, food equipment, dolci, acqua, caffè e latte. I comparti del vino, del packaging, della birra e dei salumi esporteranno con valori vicini alla media del settore. I comparti delle conserve e della pasta registreranno la progressione più limitata nella crescita dell’export.
Cosa cercano i consumatori, in Italia e all’estero
Le tendenze di mercato – analizzate su oltre 900 media specializzati nel periodo 2015-2019 – vedono in testa il tema degli alimenti salutari, che ha avuto il maggiore incremento di citazioni. Mentre i media internazionali hanno mostrato crescente attenzione ai temi della sicurezza alimentare e dei processi di trasformazione del cibo, l’interesse italiano è concentrato sulle caratteristiche nutrizionali e sui temi della tradizione.
Salute e Ambiente sempre più qualità vincenti
Anche l’analisi dei modelli di business evidenzia che l’offerta è costituita per il 40% da alimenti salutari, cioè fatti con materie prime di origine biologica, oppure ottenuti con processi di trasformazione poco invasivi, senza additivi e conservanti artificiali, con benefici di tipo funzionale, ovvero cibi salutari negli effetti. Tuttavia, solo il 7% delle aziende enfatizza nella propria comunicazione il tema della salute: e solo chi lo fa, vince.
Le aziende si concentrano sull’innovazione di processo
Circa il 9% delle aziende ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62% dei brevetti riguarda innovazioni dei processi produttivi. Il 38% dei nuovi brevetti riguarda le innovazioni di prodotto. Il comparto del caffè si conferma tra i più innovativi, con 4,1 brevetti per azienda in media.