Temevamo di perdere 4 miliardi di euro, ne avremo invece come e forse più di prima. Ancora nessuno s’azzarda a ipotizzare le cifre esatte, ma negli anni 2021-2027 l’Unione Europea potrebbe assegnare all’agricoltura italiana una cifra più alta del piano 2014-2021, che ammontava a 33,4 miliardi. Impensabile solo due anni fa quando la Commissione Juncker prevedeva di tagliare i fondi agricoli del 5% a causa dei minori incassi conseguenti alla Brexit. La necessità di uscire più forti dall’emergenza Covid – rimettendo al centro l’autosufficienza alimentare e la sostenibilità ambientale – ha spinto invece la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen a cambiare, e non di poco, le carte in tavola.
La bozza finora in discussione è stata così stravolta aumentando la dotazione per la Politica agricola comune di 24 miliardi, per arrivate a poco più di 391 miliardi di euro. Quindici provengono dal cosiddetto Recovery Fund e sono destinati al Fondo europeo agricolo dello sviluppo rurale e agli obiettivi dei programmi Farm to Fork e Biodiversità. Altri nove miliardi arrivano invece dalla nuova proposta di Quadro finanziario pluriennale 2021-2027: quattro miliardi per i pagamenti diretti ai produttori agricoli e cinque per lo sviluppo rurale.
Nel complesso europeo, a valori costanti, la nuova PAC dovrebbe avere meno fondi della precedente, ma in virtù dei diversi appostamenti, la cosiddetta quota di tiraggio italiana dovrebbe essere più consistente di prima e sicuramente percentualmente maggiore (si parla del 13,1%) tra tutti i paesi beneficiari. La cifra per l’Italia potrebbe toccare i sei miliardi l’anno per sette anni. Spetta comunque al Consiglio dei capi di Stato e di governo approvare all’unanimità i nuovi stanziamenti. La speranza è che il difficile negoziato si chiuda se non alla prossima seduta del 19, almeno entro la sessione straordinaria prevista in luglio.
Fonte: Il Messaggero