Un’etichetta nutrizionale europea obbligatoria per tutti gli alimenti e uguale in tutti gli stati dell`Unione, da realizzare entro due anni, per «abituare i consumatori a fare scelte alimentari salutiste». E nuovi profili nutrizionali sulle confezioni «per limitare la promozione di alimenti ricchi di sale, zucchero e/o grassi». Il «bollino» nutrizionale Ue andrà posizionato sulla parte frontale delle confezioni, anche perché così chiede una raccomandazione dell`Organizzazione mondiale della sanità.
Dietro queste due azioni dalla ratio apparentemente incontestabile e cuore pulsante della nuova strategia «Farm to fork» (dalla fattoria alla forchetta, ndr) presentata due giorni fa dalla commissione europea – si potrebbe celare un cavallo di Troia per le produzioni Made in Italy. Questo perché, lo strumento che la commissione europea potrebbe scegliere di adottare per concretizzare l`etichetta nutrizionale obbligatoria è il Nutri-Score: un indicatore sviluppato da ricercatori specializzati in nutrizione e sanità pubblica dell`Università Paris 13, in Francia, che combina i colori (dal verde al rosso fuoco) e le lettere (dalla A alla E, come una certificazione degli elettrodomestici più energivori). Il tutto per indicare ai consumatori, grazie a un algoritmo, quale cibo sia più salutare e quale meno.Un concetto molto discutibile se non inquadrato in contesto di dieta complessiva (Leggi la ricerca Qualivita Valore Benessere Ndr).
In sostanza, l`idea alla base dell`algoritmo francese è svelare al cliente quale alimento «scansare» per prevenire malattie come tumori, malattie cardio-vascolari, obesità. Questo genere di etichettatura va per la maggiore nell`indice di gradimento delle cancellerie nord-europee, perché risulta comprensibile agli acquirenti con un colpo d`occhio.
La proposta italiana. In netto contrasto col modello francese è, invece, l`etichettatura nutrizionale ideata e proposta dall`Italia a Bruxelles (anche se in ritardo): è la cosiddetta NutrInform Battery. La proposta del Belpaese, dal nome poco accattivante, poggia su un presupposto contrario rispetto alla filosofia seguita dal Nutri-Score: non demonizza il singolo alimento, scoraggiandone d`impulso l`acquisto, ma cala ogni prodotto nel contesto di una dieta da equilibrare. Il consumatore, in sostanza, sull`etichetta a batteria proposta dall`Italia trova immedia- tamente la quantità di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale contenuti in ciascuna porzione di prodotto. Dunque, può utilizzare il singolo alimento come tassello coerente di un equilibrato regime dietetico, che sta a lui definire liberamente.
E un rosso penalizzante a prodotti di qualità come il Parmigiano Reggiano DOP o i prosciutti DOP italiani. Il tutto con la scusa di un microgrammo in più di sale o di grasso. Deve essere chiaro», conclude, «che col Nutri-Score si finirebbe per avvantaggiare poche multinazionali di laboratorio al posto di milioni di agricoltori europei». I contraccolpi di un bollino nutrizionale obbligatorio, che punta a scioccare i consumatori, potrebbero essere anche di tipo economico. Un`indagine Nomisma – condotta sugli effetti che l`etichetta a semaforo adottata sul mercato inglese ha generato su tre prodotti campione (Prosciutto di Parma SOP, Parmigiano Reggiano DOP e il francese Brie DOP) – ha evidenziato un calo nelle vendite e nelle quote di mercato dei prodotti, quando questi vengono etichettati col sistema a semaforo, contro un incremento delle vendite degli stessi prodotti quando non sono etichettati. Si va dal -8% del Brie al -14% per il Prosciutto di Parma Dop, al -13% fatto registrare dal Parmigiano Reggiano Dop porzionato.
Fonte: Italia Oggi