Mondo del vino diviso più che mai. Il decreto legge Liquidità (n. 23/2020)con i 200 mld di euro di crediti garantiti dallo Stato è valutato in vario modo. Mentre dei 200mld, formalmente a sostegno del credito all’export, ma non menzionati nel decreto (si veda ItaliaOggi del 10/4/2020), le imprese sembrano non accorgersi. Forse perché ora è urgente sciogliere il nodo della liquidità dopo il colpo di freno a quasi tutte le attività commerciali e produttive. «Il Governo hascelto la direzione giusta, ancheper l’entità delle garanzie», interviene Matte Lunelli, ceo di Ferrari Trento.
«Tuttavia oggila politica economica dev’essere veloce: se l’azienda soffoca nonc’è più niente da fare». Nel merito del decreto Liquidità Lunelli osserva che «è complesso e troppo segmentato. Avrei alzato la soglia dei 25 mila euro per le piccole filiere, compresi gli hotel, per i cui procedimenti non c’è istruttoria. Anche se poi è possibile, con i Confidi, arrivare fino a 800 mila euro. Non avrei inoltre escluso le aziende con qualche difficoltà pregressa nei pagamenti. Ciò detto, Governo, Abi e imprese devono ora sedersi a un tavolo e velocizzare le procedure». Quantoal business, Lunelli sottolinea che «in aprile Ferrari ha pagato i fornitori, ma, dall’altra parte, ristoranti, hotel e bar hanno fermato i pagamenti. Se il decreto non interviene sulle piccole imprese rischiamo un duro colpo non solo per gli insoluti ma anche la perdita di pezzi di filiera».11 mix vendite di Ferrari è diviso equamente tra grande distribuzione e Horeca. «Questo non è il momento migliore per le bollicine», aggiunge Lunelli,«oggi solo le catene commerciali a cquistano. L’estero si è chiuso quasi del tutto. Sono curioso divedere i dati di sell-out di Pasqua».
Andrea Sartori, contitolare dell’omonima azienda veronese e presidente del Consorzio della Valpolicella, teme che il decreto Liquidità non sia adeguato a un’azienda come la sua. «In questo momento però», sostiene, «con l’attività quasi completamente ferma, è più urgente per il vitivinicolo allungare i tempi di scadenza dei fondi Ocm Vino (sono 100milioni di incentivi per promo-zione all’estero, ndr). Inoltre, si profila una vendemmia abbondante, forse del 20-30%, e si rischia di non avere spazio per gli incantinamenti. Stiamo infine discutendo con la Regione un taglio delle rese del 15-20%». E le spedizioni di vino fino a tutto marzo? «I numeri non sono brutti», risponde Sartori. «Gli imbottigliamenti sono in crescita per Valpolicella e Ripasso mentre l’Amarone perde un paio di punti. Nell’ipotesi che si riprenda progressivamente da maggio, a fine 2020 potremmo perdere il 20-40%dei volumi».
La musica non cambia in Toscana. «Nella grande distribuzione abbiamo poco», dichiara Giovanni Geddes da Filicaja, ceo di Frescobaldi,«e patiamo lo stop dell’Horeca. In marzo l’acquisizione degli ordini è crollata del 70%. In aprile anche peggio perché si è chiuso il mercato americano, in particolare California ed Easttoast. Un po’ meno Chicago». E il decreto Liquidità? «Non serve tanto a noi», risponde il top manager, «quanto ai nostri clienti.In tanti ci chiamano e ci pregano di allungare i pagamenti quando riapriranno». Duro Alberto Mazzoni,direttore dell’Istituto mar-chigiano di tutela vini: è convinto che il decreto liquidità «così com’è serve ad aiutarele aziende a morire. I soldi alle imprese arriveranno in grave ritardo e non è vero che fino a 25 mila euro non ci sia istruttoria. Poi un’impresa della filiera come fa a restituire il credito dopo 18 mesi di inattività? Tanto ci vorrà perché si torni alla normalità». Per Mazzoni alle aziende più grandi si dovrebbero rilasciare garanzie fino al 25% del fatturato a tasso zero e restituzione a 25 anni. «Un modo per premiare anche le aziende oneste » conclude.
Fonte: Italia Oggi