Il lockdown sta mettendo a dura prova la filiera del formaggio Murazzano DOP. Dato che ristoranti e agriturismi sono chiusi, malgrado qualcuno porti avanti i servizi da asporto, si sta verificando un forte calo delle vendite del formaggio e della carne di agnello, commercializzata solo nelle macellerie della zona e non nei grandi supermercati. Con gravi perdite. Ad affossare il lavoro degli allevatori, inoltre, è l’abbassamento dei prezzi in questo periodo. Un agnello da 15 chili, in media del valore di 4 euro, è passato a 2 euro, la metà. Il Consorzio di tutela del Murazzano dop, pertanto, lancia un appello a rivenditori, consumatori, comunicatori, istituzioni per promuovere la vendita delle robiole e della carne, per poter salvare il lavoro delle famiglie e il territorio dell’Alta Langa con uno dei suoi prodotti di punta. «L’attuale situazione produttiva e commerciale – spiega il presidente del Consorzio Claudio Adami, allevatore di Paroldo e fondatore con la figlia Manuela dell’agriturismo Raflazz – è complicata. Come per tutti i prodotti italiani popolari, ma di alta gamma, anche per il Murazzano dop è in atto una forte flessione delle vendite: il prodotto invenduto giace nei caseifici. È un formaggio molto apprezzato dal mondo della ristorazione, ora completamente bloccata. Anche molti mercati e piccole attività commerciali sono in stand-by e questo comporta disagi».
Aggiunge: «Poi la limitazione agli spostamenti delle persone rende impossibile raggiungere alcuni rivenditori storici della nostra robiola e i turisti, soprattutto stranieri, hanno annullato le visite ai caseifici. Le defezioni sono già 250. Le capre vanno munte regolarmente con o senza virus, per questo la realizzazione di formaggio fresco diventa un problema, se rimane invenduto. Le vendite a domicilio non bastano: chiediamo di poter ripartire».
Fonte: La Stampa
