Non c`è solo la corsa all’accaparramento nei supermercati e il boom delle vendite di pasta, cibo in scatola e lievito per fare in casa il pane e i dolci. C`è anche un`altra faccia dell`agroalimentare italiano ed è una faccia che soffre. Dai formaggi ai salumi, dal vino alla pasticceria di Pasqua, in molti accusano un calo di fatturato. Non è vero che tutto il settore è anticiclico.
L`emergenza coronavirus si fa sentire anche qui. Prendiamo il Gorgonzola DOP, che tra i formaggi Dop italiani di latte vaccino è il terzo per volumi di produzione, dopo il Grana Padano DOP e il Parmigiano Reggiano DOP: per il mese di marzo il Consorzio ditutela ha appena stimato un calo delle vendite del 31%. La colpa? In gran parte è della chiusura di bar, mense e ristoranti, segmento in culle perdite per il gorgonzola hanno sfiorato il 65%. Ma í problemi non sono mancati nemmeno nella grande distribuzione: «Gli ingressi scaglionati dei clienti – silegge in una nota del Consorzio – non ha permesso che gli acquisti nei supermercati compensassero i numeri negativi della ristorazione e dei grossisti». Anche l`export mostraiprhni segnali negativi: ha cominciato a calare a fine marzo, e i produttori si aspettano che vada solo peggio. Per i salumi vale esattamente lo stesso discorso: soltanto per i produttori lombardi l`Assica calcola perdite del 35%.
Fonte: Il Sole 24 Ore